P.P.P. Possibile politica pubblica
Sasha Vinci
P.P.P. POSSIBILE POLITICA PUBBLICA (a Pier Paolo Pasolini)
a cura di Maurizio Bortolotti
Mostra realizzata con il Patrocinio della Regione Campania e del Comune di Napoli
dal 10 giugno al 10 settembre 2021
MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Piazza Museo, 19 – 80135 Napoli
Sasha Vinci
P.P.P. POSSIBILE POLITICA PUBBLICA
(a Pier Paolo Pasolini)
Una mostra a cura di Maurizio Bortolotti realizzata in collaborazione con aA29 Art Project. Una denuncia lirica delle contraddizioni contemporanee che prende spunto da Pasolini come simbolo di anticonformismo e dell’impegno sociale e politico perduto.
Dal 10 giugno al 10 settembre 2021, il MANN Museo Archeologico di Napoli ospita P.P.P. Possibile Politica Pubblica, mostra personale di Sasha Vinci (1980) a cura di Maurizio Bortolotti: un progetto che assume la forma di una denuncia lirica contro le criticità, le ingiustizie e le incoerenze della società italiana contemporanea, rese ancora più evidenti dalla pandemia globale.
La mostra, realizzata in collaborazione e con il supporto della galleria aA29 Art Project, comprende opere realizzate nel corso dell’ultimo anno, nel pieno dell’emergenza sanitaria con i suoi lockdown, e lavori site specific ideati in dialogo con gli spazi e le opere della collezione del MANN, tra cui Canta Napoli, opera che riproduce il paesaggio sonoro napoletano, ripercorrendo la linea di confine tra cielo e terra e Non Tocca Terra la Parola, installazione il cui elemento dominante è la piuma, metafora di leggerezza e di superamento della gravità, ma anche dispositivo simbolico che costruisce un nuovo senso rituale per il presente e che abbraccia armoniosamente il marmo de Il supplizio di Dirce (Toro Farnese), celebre gruppo scultoreo ellenistico, parte della collezione museale. Lo spazio espositivo è occupato anche da poliedri regolari e irregolari, che imitano le forme armoniche della natura, pur rivelando, attraverso il linguaggio del disegno, l’aspetto caotico e multiforme della realtà, nelle sue sfumature e contraddizioni.
Su ogni lato si sviluppa un’immagine diversa, con soluzione di continuità tra loro: figure sospese, frame senza tempo, che mescolano scene di cronaca e di film, a gesti e segni emblematici, fino a fermo- immagine della vita personale dell’artista.
I poliedri sono sintesi della complessità del presente e sotto il punto di vista formale ed estetico rappresentano il tentativo di riportare il disegno alla terza dimensione.
“La mostra di Sasha Vinci, pensata appositamente per il MANN, uno dei maggiori musei archeologici europei, custode dell’identità della cultura italiana, inizia con una frase pasoliniana, che vuole essere un’esortazione civica al riscatto dell’Italia contemporanea – sottolinea il curatore Maurizio Bortolotti. Con questa mostra, esposta nelle Sale della Collezione Farnese, l’artista costruisce un dialogo tra l’attitudine monumentale della scultura classica e la fluidità performativa delle sue opere. La sua attenzione al contesto del paesaggio sonoro di Napoli rimanda alla vita delle persone dentro la città ed è una critica dell’immobilismo italiano.”
Al MANN Sasha Vinci sperimenta diversi linguaggi espressivi, dal disegno alla scultura, dall’installazione alla performance, dalla fotografia alla sound art, dando origine a un’opera d’arte totale, in cui il museo diventa un paesaggio da esplorare e attraversare.
Con P.P.P. Possibile Politica Pubblica l’artista ripensa i rapporti tra Natura, Uomo e Società, e riflette sulla necessità di una nuova coscienza etica, estetica e politica, il cui riferimento ideale è Pier Paolo Pasolini (P.P.P.), esplicito richiamo a una stagione di impegno sociale e politico e di libera sperimentazione.
“Viviamo da emarginati sulle tracce della nostra stessa storia, in un’Italia contemporanea del conformismo, dell’edonismo, dell’immaturità politica – spiega Sasha Vinci. Possibile Politica Pubblica è il grido del Poeta in un presente deforme, che con forza immaginifica tenta di ritrovare autenticità. Agli inizi del mio percorso, le sculture del MANN erano punti focali per la mia ricerca, oggi dialogo con la storia: ho creato opere che vivono in sintonia con lo spazio che le accoglie, che abbracciano il passato e innescano domande per modellare insieme un futuro equo e multi-naturale.”
In questa età di incertezza ed esitazione, P.P.P. Possibile Politica Pubblica è un progetto che recupera il potere dell’arte come visione, capace di creare legami tra passato e presente, tra racconto mitologico e azione civile, in cui le simbologie antiche si ripetono, in una ricerca di significati per l’oggi. Un atto di denuncia contro l’immobilismo e l’inerzia sociale, poiché le regole e i ritmi del mondo devono cambiare radicalmente se vogliamo iniziare a raccontare la verità.
Sasha Vinci (1980) vive a Scicli, in Sicilia. Il fondamento della sua ricerca è la continua sperimentazione di differenti linguaggi artistici. Performance, scultura, disegno, pittura, scrittura, musica sono espressioni che l’artista utilizza per creare opere da cui emerge un pensiero libero che si interroga sulle problematiche dell’esistente, per giungere a una visione ampia e plurale. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Firenze (2005), dal 2012 al 2018 Vinci collabora con Maria Grazia Galesi creando il duo Vinci/Galesi, con cui realizza Trilogia del possibile, un progetto di arte pubblica e sociale. Nel 2008 fonda SITE SPECIFIC (www.sitespecific.it), realtà indipendente gestita dall’Associazione Culturale non-profit PASS/O, progetto che trasforma la città di Scicli in un Teatro Vivo, in cui la creatività contemporanea può abitare ed esistere. Nel 2017 vince il Sustainable Art Prize, indetto dall’Università Ca’ Foscari Venezia, in collaborazione con ArtVerona. Nel 2019 Sasha Vinci è stato selezionato per partecipare alla terza edizione del GRAND TOUR D’ITALIE, un progetto ideato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea – MiC. Nel 2020 vince il concorso Creazione Contemporanea & Museo Verde – Wooden Renaissance, a site-specific growth indetto dalla Reggia di Caserta in collaborazione con il MiC, per realizzare un’opera site-specific all’interno del Parco Reale della Reggia. Le opere dell’artista sono state inoltre presentate ed esposte in musei, spazi no profit, biennali, rassegne artistiche, università e teatri nazionali e internazionali: Reggia di Caserta; MACRO – Roma; Manifesta12 – Palermo; Villa D’Este – Tivoli; FuturDome – Milano; Centro Culturale La Mercè, Girona-Barcellona; Università Ca’ Foscari – Venezia; NYU School of Engineering – New York; Art Centre dell’Università di Silpakorn – Bangkok; Teatro La Fenice – Venezia.
Maurizio Bortolotti è un critico d’arte e curatore che attualmente vive a Milano. È stato “Director of Research and Public Program” al Himalayas Museum di Shanghai (2015-16). In questa posizione ha lavorato alla organizzazione del nuovo progetto di Biennale chiamato “Shanghai Project” e alla riorganizzazione del museo. È stato il primo curatore italiano a lavorare in un museo cinese. Da Maggio 2019 a Dicembre 2020 è stato membro del Consiglio di amministrazione delle Gallerie Estensi. Ha lavorato come curatore indipendente in Italia e altri paesi, focalizzando la sua attenzione sulla interazione tra arte e processi sociali nell’ambito della globalizzazione. Si è occupato in particolare del rapporto tra arte e architettura in relazione all’organizzazione dei rapporti sociali dentro lo spazio urbano. A partire dai primi anni duemila ha diretto la sua attenzione verso l’arte in Asia e ha lavorato in Corea del Sud, India e Cina. Ha curato, tra gli altri, progetti e mostre di Yona Friedman, Peter Eisenman, Rirkrit Tiravanija, Dan Graham, Tomas Saraceno, Olafur Eliasson, Ai Weiwei. È attualmente curatore della 6 ° edizione della Biennale della Mongolia, LAM360.
Ufficio Stampa: Lara Facco P&C