Mercurio | Progetto cantautorale
“Castelli di Rabbia” di Sasha Vinci
Primo singolo di Mercurio, progetto cantautorale realizzato in collaborazione con Vincent Migliorisi, co-autore dei brani.
Testo curatoriale di Lara Gaeta
Sulle piattaforme web Spotify e Vimeo
“Castelli di Rabbia”
di Sasha Vinci
dal 23 aprile su VIMEO
Primo singolo di Mercurio
progetto cantautorale nato durante il lockdown 2020
su Spotify dal 23 aprile
Milano,23 aprile 2021. Artista con una formazione da scultore – la cui ricerca si basa su una continua sperimentazione di diversi linguaggi, dalla performance al disegno, dalla pittura alla scrittura e alla musica – Sasha Vinci (1980) ha risposto al silenzio generato dalla pandemia globale e dal lockdown con la creazione del suo primo progetto cantautorale che è stato pensato per viaggiare libero sul web, senza confini né limiti fisici, per essere ascoltato da un pubblico ampio e diversificato ed essere accessibile a tutti.
Nel marzo 2020, durante l’isolamento imposto dall’emergenza sanitaria, nel suo atelier i tavoli da disegno, le vasche d’argilla e le basi in legno per modellare hanno lasciato lo spazio agli strumenti musicali, agli amplificatori, alle casse e ai microfoni, e gli spazi si sono trasformati in uno studio di registrazione. La voce dell’artista si è fatta strumento e, grazie alla collaborazione con il musicista Vincent Migliorisi, che ha curato il suono e gli arrangiamenti musicali, è nato Mercurio, una sperimentazione in cui il potere evocativo, metaforico e incisivo delle parole viene utilizzato in modo diretto e totalizzante.
Dal 23 aprile 2021 Castelli di rabbia, il primo singolo di Mercurio, sarà disponibile sulla piattaforma Spotify collegato a un video che, insieme a un mosaico di immagini pensate per ogni singola traccia, andrà a comporre l’identità visiva dell’intero progetto. L’album completo sarà invece disponibile sulle piattaforme digitali dal 7 maggio.
Il progetto Mercurio, accompagnato da Come Mercurio, testo curatoriale di Lara Gaeta, comprende infine l’incisione di un vinile, supporto fisico che viaggerà parallelamente alla diffusione e alla trasmissione digitale dei brani, del video e delle immagini.
Colori vividi, multinaturalismo, mondi possibili e simbolismo arcaico danno un corpo visivo alle note della composizione musicale, restituendo i tratti della produzione artistica di Vinci: ibridazione di linguaggi e sperimentazione. Come tutta la ricerca dell’artista, anche Mercurio e il singolo Castelli di Rabbia si inseriscono in quell’attività che l’artista definisce performance culturale: una ricerca che è un elogio alla resilienza, una forza che rende invincibili di fronte alle avversità, capace di contrastare i dolori che l’uomo infligge al suo habitat e alla sua humanitas.
ll progetto è realizzato con il sostegno di aA29 Art Project, galleria che rappresenta Sasha Vinci dal 2016. aA29 Art Project si articola in due gallerie a Milano e Caserta: spazi multifunzionali, creati per promuovere con mostre, progetti site-specific e residenze, diverse forme di sperimentazione, privilegiando soprattutto il rapporto con le università e le istituzioni museali, nazionali e internazionali. aA29 Art Project si interessa ad artisti che, attraverso le più diverse tecniche e media – dal disegno alla pittura, dalla scultura all’installazione, la fotografia, il video, la performance e l’installazione sonora – esplorano nuove possibilità d’azione e interazione con l’altro, in particolare quelle dedicate ai temi della sostenibilità, dell’Antropocene, dell’antispecismo e dell’incidenza dei totalitarismi e dei colonialismi sulla società contemporanea.
(Ufficio Stampa Lara Facco P&C)
Come Mercurio
di Lara Gaeta
Esisterà allora una sola bellezza; natura e umanità si fonderanno in una sola divinità nella quale tutto sarà contenuto.
(Iperione, F. Hölderlin)
Mercurio è la sperimentazione cantautorale dell’artista Sasha Vinci che decide di utilizzare, per la prima volta in maniera diretta e totalizzante, il potere evocativo, metaforico e incisivo delle parole. Il progetto che si compone di 9 brani è un lavoro a quattro mani, realizzato insieme al musicista Vincent Migliorisi. Mercurio è un canto liberatorio ed espressivo, che prende forma nell’isolamento del lockdown, per riportare l’attenzione alla natura instabile e contraddittoria dell’essere umano che ha la capacità, indifferentemente, di toccare gli abissi e di intraprendere un volo “magnifico”. I testi raccontano di storie interrotte, di eventi di cronaca, di emozioni forti e distruttive: di rabbia, collera e amore, ma anche di noia e di paura, senza veli né ipocrisie. In questo progetto artistico le parole hanno la stessa funzione del segno su foglio o su tela: cioè generano delle immagini che si compongono all’istante nella mente di chi le ascolta. Non esiste incoerenza né scissione tra la produzione artistica di Sasha Vinci e queste canzoni, i soggetti descritti ritornano in altre opere, come gli uomini dalle “maschere fatte di foglie”. Vinci dunque evoca immagini che sono delle visioni a metà tra la realtà e l’utopia, tanto concrete quanto eteree, che esprimono emozioni intense e coinvolgono più sensi, attraverso l’utilizzo di ossimori, sinestesie e associazioni di parole impossibili: “praterie d’asfalto”, “petalo incarnato alla croce”, “anelli di cenere grigia”. Anche i colori cangianti e vividi sono gli stessi che si diluiscono e mescolano nei suoi dipinti. Mercurio, dio messaggero che corre rapido attraversando i confini, è dunque la rappresentazione emblematica di questo mondo caotico e antitetico, tra presente e ricordi, sogni e realtà, vita e morte e manifesta, allo stesso tempo, quello stato di trasformazione e metamorfosi continue a cui sia l’uomo che la natura sono soggetti. Mercurio è il metallo liquido, l’ “argento vivo” che sfugge alla presa, che scivola via, generando continuamente altro: nelle canzoni dell’artista diventa l’espressione dell’azione creativa, volontaria e libera, che si sottrae a ogni forma di autoritarismo e coercizione. E non è un caso che fra i personaggi citati nelle canzoni vi sia proprio uno degli intellettuali più emblematici del Novecento, espressione dello spirito libero, sempre ostinatamente ribelle e anarchico, nell’accezione più virtuosa di questi termini: Pier Paolo Pasolini. Tra le immagini e le emozioni rievocate più spesso in queste canzoni vi è proprio il fuoco (“fiamme ardenti” / “città infernali”) e la rabbia, come sentimento che porta l’uomo a reagire, a farsi strada, ad andare avanti, con “coraggio impetuoso”, oltrepassando ogni paura. L’impegno sociale e politico di alcuni versi si concilia con espressioni poetiche e parole simbolico-magiche di altri, che non pretendono né di descrivere, né di raccontare una storia, ma di esprimere emozioni forti, che celebrano l’enigma della vita nelle sfumature più irrazionali e inspiegabili come l’immagine di “una donna a piedi nudi (che) porta in seno una reliquia.” Proprio in Mercurio, lirica che dà il titolo all’intero album, l’artista procede nel testo attraverso una serie di negazioni che, ripetendosi insistentemente come in un mantra, servono in realtà a includere e considerare tutte le variabili dell’esistente: “non esiste altra razza, non esiste il potere, non esiste altra luce, non esiste altra voce […]” L’artista giunge a negare perfino se stesso, con il proprio corpo e la propria identità, perché non ha più senso emergere come individuo singolo, compiacente e narcisista, ma è invece necessario fluire libero come il mercurio, mutando continuamente ed evolvendosi nel pieno rispetto della natura, poiché annullandosi si diventa tutto.